Il bilancio è stilato dalla Commissione europea e successivamente approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo. I ministri membri del Consiglio hanno l’ultima parola per quanto riguarda le cosiddette spese obbligatorie, per lo più relative al bilancio agricolo.
Il Parlamento europeo dal canto suo ha l’ultima parola in materia di spese non obbligatorie, relative alla maggior parte degli altri scopi.
Vi sono state diverse battaglie in merito alla classificazione delle spese, che hanno consentito al Parlamento europeo di acquisire un potere crescente in materia nel corso degli anni.
Le spese non obbligatorie sono passate dall’8% del bilancio degli anni ‘70 al 58% nel 2003.
La classificazione è attualmente decisa tramite accordo interistituzionale.
La sezione "entrate" del bilancio è di competenza esclusiva del Consiglio e comprende dazi doganali, prelievi agricoli, ammende, l’1% dell’imponibile IVA, più un contributo collegato al PNL.
È stato fissato un massimale sul reddito totale dell’UE (risorse proprie) che deve essere inferiore all’1,27% del PNL totale. Il bilancio può superare la soglia dell’1,27% solo con il consenso unanime di tutti gli Stati membri.
Prospettive future
La Convenzione propone di abolire la distinzione tra spesa obbligatoria e non obbligatoria e di dare al Parlamento europeo l’ultima parola in materia di spesa e al Consiglio sulle entrate dell’UE e le loro fonti.
Collegamenti