Il trattato di Amsterdam del 1998 consentiva ai singoli Stati membri di instaurare una cooperazione più stretta tra di loro utilizzando le istituzioni comuni dell’UE, a condizione che eventuali accordi non fossero in contrasto con l’"aquis communautaire" e la Politica estera e di sicurezza comune (PESC).
Eventuali forme di cooperazione rafforzata dovevano essere approvate con decisione unanime del Consiglio europeo. Ciò consentiva a un singolo Stato di esercitare il diritto di veto; poiché difficilmente si potevano verificare tali condizioni, tale disposizione non è stata mai utilizzata.
A partire dal 1o febbraio 2003, il trattato di Nizza consente la cooperazione rafforzata tra otto Stati membri - anche per quanto riguarda la PESC - purché vi sia la maggioranza qualificata, fatta eccezione per quegli ambiti di competenza esclusiva dell’UE e per le questioni relative alla difesa e militari.
Osservazioni
Alcuni euroscettici ritengono che la cooperazione rafforzata per sottogruppi di Stati membri dell’UE fornisca una base giuridica per un’UE a due livelli e a due classi. Se un gruppo di Stati membri abbastanza grande da detenere la maggioranza in seno all’UE decidesse di adottare decisioni solo in seno a tale gruppo, questi Stati potrebbero governare l’UE senza dover consultare gli altri Stati membri.
Per altri, invece, la cooperazione rafforzata è uno strumento di flessibilità. Il gruppo di lavoro "difesa" della Convenzione e una proposta franco-tedesca sulla difesa hanno suggerito che la cooperazione rafforzata dovrebbe essere estesa alle questioni della difesa e il progetto di costituzione propone norme speciali sulla cooperazione rafforzata
Prospettive future
Si veda anche l'abbozzo costituzionale, articolo I-43.